Antonella Pellegatta

Direttore HR - Safety, Amministrazione - Controllo Societario Arexpo
  1. Quali sono le ragioni che vi hanno portato a sottoscrivere il Protocollo d’intesa Programma 2121? 
    L’adesione al Programma 2121 è stata per Arexpo una scelta che definirei ‘naturale’. Quando ci fu proposto non esitammo un attimo, ci sembrò subito evidente che nella stessa natura di una società con una presenza predominante nel capitale delle istituzioni nazionali e locali ci fosse una vocazione sociale che in questo progetto si manifestava chiaramente. Inoltre, la stessa eredità di Expo 2015 che Arexpo rappresenta portava in questa direzione, nel corso dell’Esposizione infatti ci furono accordi con gli istituti di pena del territorio per impiegare cento detenuti nello svolgimento dell’evento.
  2. Rispetto ad altre partnership di innovazione sociale, quale è il valore aggiunto di Programma 2121?
    La particolarità del Programma 2121 è di offrire una reale occasione professionale a chi ne usufruisce. Non c’è una distinzione di status tra chi lavora in Arexpo in virtù di questo programma e chi arriva da noi attraverso i canali consueti. Questo rappresenta la migliore realizzazione della finalità indicata dall’articolo 27 della Costituzione per cui ‘la pena deve tendere alla rieducazione del condannato’ e il lavoro è certamente la via migliore per arrivare a questo risultato.
  3. Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?
    Credo che Arexpo, insieme a tutti i partner di MIND ed ai propri fornitori che hanno aderito al Programma, abbia offerto un ambiente di lavoro capace di accogliere e motivare le persone senza discriminazioni o pregiudizi. Da parte nostra abbiamo sicuramente ricevuto molto, abbiamo capito che persone che in passato hanno compiuto errori possono fare parte di una comunità e dare un contributo che non è solo professionale ma anche umano. Penso che questa esperienza sia stata positiva su entrambi i fronti coinvolti.

Anita Novelli

Proposal Manager C.M.B.
  1. Come nasce la vostra partecipazione a Programma 2121?
    Il percorso di C.M.B. all’interno di Programma 2121 inizia nel 2018 rispondendo alla clausola di sostenibilità sociale inserita da Lendlease nella gara d’appalto per la costruzione dell’edificio «Spark One», localizzato a Rogoredo, Milano. La chiave per l’adesione al progetto da parte di C.M.B., è stata indubbiamente la percezione, fin da subito, di un programma innovativo e vincente per reintegrare nella società le persone soggette a pena detentiva. L’idea di poter valorizzare in prima persona l’inclusione sociale attraverso l’inserimento lavorativo ha convinto quindi C.M.B. ad aderire al Programma 2121,attivando tirocini direttamente nel proprio organico di commessa e facendosi poi a sua volta promotrice di tale iniziativa verso i propri subappaltatori.
  2. Rispetto alle aspettative iniziali, quale è stato il ritorno reale e il valore che avete avuto grazie alla partecipazione?
    La partecipazione al Programma 2121 non solo ha arricchito la forza lavoro di C.M.B., ma ha anche contribuito ad un aumento del senso di responsabilità sociale. L'azienda ha scelto di accogliere persone desiderose di riscatto e di dimostrare le proprie capacità lavorative, andando oltre le reticenze comuni verso l'integrazione dei detenuti nel contesto professionale. Valorizzare l'inclusione sociale è diventato un impegno fondamentale per C.M.B., per creare un ambiente di lavoro stimolante, rispettoso e basato su principi di correttezza, libertà e dignità nelle relazioni professionali, eliminando qualsiasi forma di discriminazione.
  3. Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?
    L’esperienza vissuta in questi anni è stata indubbiamente un’occasione di riflessione e confronto che ha favorito una reale inclusione. È stato per C.M.B. un importante momento di consapevolezza della realtà del sistema penitenziario nonché del percorso di crescita che questi ragazzi hanno effettuato negli anni di reclusione. Aver potuto contribuire giornalmente ad un’inversione della routine carceraria permettendo loro di reinserirsi all’interno di un contesto famigliare quale quello di uno staff di cantiere è stato senza dubbio uno scambio senza eguali.

Stefano Panseri

AD Despe Spa Società Unipersonale
  1. Come nasce la vostra partecipazione a Programma 2121? 

    Il nostro percorso in Programma 2121 è iniziato nel 2020 con la sottoscrizione della clausola sociale inserita da lendlease nella gara d’appalto di demolizione della parte West Gate all’interno del sito MIND Milano Innovation District. Siamo stati spinti dalla volontà e dalla necessità morale di dare una possibilità di riscatto a chi nella vita non è riuscito ad affrontare difficoltà ed ostacoli che ha trovato nel suo cammino, per poter favorire un eventuale futuro re-integro del detenuto nella società attuale, attraverso, non solo la formazione professionale, ma anche grazie alla nascita di nuove relazioni sociali che vengono a crearsi grazie all’ambiente lavorativo.

  2. Rispetto alle aspettative iniziali, qual è stato il ritorno reale e il valore che avete avuto grazie alla partecipazione?

    Il ritorno reale è stato molto superiore alle aspettative iniziali, perché abbiamo avuto la possibilità di sperimentare come per un detenuto il lavoro abbia un valore intrinseco enorme; valore che ha visto gli stessi detenuti utilizzare un’occupazione come mezzo di riscatto, per ritrovare in sé stessi un luogo dove poter far nascere nuove consapevolezze e dove la quotidianità e la normalità di una vita al di fuori del carcere non sembrano più così remoti.

  3. Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?

    Tramite Programma 2121 abbiamo inserito nel nostro organico un tirocinante che ha svolto la mansione di operaio. Durante i mesi di tirocinio gli abbiamo fatto seguire un corso per addetto alla conduzione di escavatori idraulici, caricatori frontali e terne. A termine dell’esperienza positiva abbiamo rilasciato una lettera di referenza che è stata utile per arricchire il suo CV permettendogli di essere notato e selezionato da un’altra azienda afferente Programma 2121. Oltre agli aspetti professionali, riteniamo di aver dato una possibilità connotata da una normalità che difficilmente si ha in ambito carcerario. Inoltre, attraverso la designazione dei vari compiti, è stata data l’opportunità di una gestione indipendente del lavoro e di una partecipazione attiva nel contesto lavorativo. Da parte sua abbiamo ricevuto una bellissima dimostrazione di dedizione, di riconoscenza e di affiatamento, guidata da un forte spirito di appartenenza, di desiderio e di un accrescimento personale.

Chiara Pennasi

Direttore Fondazione Triulza
  1. Quali sono le ragioni che vi hanno portato a sottoscrivere il Protocollo d’intesa Programma 2121? 

    La presenza del terzo settore in un distretto d’innovazione è stata una scelta dei fondatori di Fondazione Triulza volta a garantire innovazione a impatto e inclusione sociale. MIND, laboratorio delle città del futuro, non deve escludere nessuno offrendo opportunità a tutti. Il programma 2121 è un grande strumento di inclusione con potenzialità di scala importanti, capace di impattare su una delle categorie più difficili da inserire nel mercato del lavoro.

  2. Rispetto ad altre partnership di innovazione sociale, quale è il valore aggiunto di Programma 2121?

    Ce ne sono diversi. Innanzitutto la grande varietà di soggetti coinvolti e coinvolgibili in prospettiva; il confronto tra mondi diversi, seppur complesso, genera innovazione. Il secondo valore è la possibilità di sperimentare inserimenti in contesti di alta qualità (istituzioni, aziende tecnologiche, ricerca…) offrendo vere opportunità di lavoro e integrazione sociale. Il terzo è la possibilità di replicare la sperimentazione in altri contesti in Italia e nel mondo. Infine si tratta di un meccanismo di mercato e non assistenziale.

  3. Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?

    Speriamo di aver dato contezza di cosa voglia dire stare in un ufficio, lavorare con colleghi e responsabili, con formazione on the job sull’uso di strumenti digitali base, su come gestire una riunione con un partner, sull’organizzazione di eventi e sul terzo settore. Abbiamo ricevuto consapevolezza e conferma che l’integrazione sociale non è mai un percorso netto, fatto di nero e bianco, ma che dominano le infinite sfumature dell’essere umano.

Giulio Arnoldi

Amministratore HW Style
  1. Come nasce la vostra partecipazione a Programma 2121?

    Il progetto ci è stato illustrato per la prima volta nel 2018 da CMB - Società cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi - e, fin da subito, coinvolti dai valori nobili che il programma incarna, abbiamo deciso di accettare la sfida.

    Grazie al supporto di Lendlease, che ci ha guidato durante tutto il percorso, abbiamo avuto la possibilità di conoscere alcuni detenuti che si sono distinti per merito e capacità e, dopo aver verificato le loro competenze, sono stati integrati nella nostra squadra. 

    L’esperienza positiva che stiamo vivendo e la convinzione nei valori che il Programma 2121 esprime, ci ha spinto a proseguire ed estendere il progetto coinvolgendo altri uomini e donne da inserire nel nostro team. 

  2. Rispetto alle aspettative iniziali relative alla partecipazione al programma, quale è stato il ritorno reale e il valore che avete avuto?

    Inizialmente pensavamo che l’inserimento di persone con questi trascorsi avrebbe potuto creare delle difficoltà all’interno di un'azienda come la nostra nei confronti del cliente, ma la problematica non si è minimamente verificata.

    Il valore che abbiamo avuto, grazie alla partecipazione, è stato proprio nell’incontro della persona e nel proseguimento del rapporto di lavoro con l’acquisizione di una nuova figura, formata e qualificata.

    Le persone incontrate si sono dimostrate, sia dal punto di vista personale che professionale, ottimi collaboratori e colleghi, tanto che con alcuni di loro la collaborazione si è trasformata in un contratto di lavoro a tempo pieno con la nostra azienda. 

  3. Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?

    Abbiamo offerto non solo un ambiente professionale con opportunità di formazione, ma abbiamo anche dato a queste persone la possibilità di riscatto e di costruire un nuovo futuro al di fuori del carcere. Siamo sempre stati soddisfatti delle persone che abbiamo incontrato e del lavoro di qualità e attenzione svolto con disponibilità e tenacia. Abbiamo ricevuto dimostrazioni di gratitudine da parte delle persone coinvolte, evidenziate dalla loro vicinanza umana e dal loro impegno quotidiano nell'azienda.

Filippo Addarii

CEO e Co-founder, PlusValue
  1. Quali sono le ragioni che vi hanno portato a sottoscrivere il Protocollo d’intesa Programma 2121?
    PlusValue è tra gli ideatori di Programma 2121. Abbiamo seguito il suo sviluppo dall’ideazione all’implementazione e ora siamo coinvolti nella scalabilità del progetto. Quando Lendlease partecipò alla procedura di gara per la concessione dell’area di MIND nel 2016, in quanto consulenti di Lendlease, aggiungemmo alla gara l’elemento di impatto sociale, proponendo un progetto di inclusione sociale lavorativa, che grazie al supporto di tutti i partner, è poi diventato “Programma 2121”. Oltre alla bontà dell’iniziativa in termini di impatto socio-economico per il paese, dimostravamo che la città del futuro deve essere inclusiva e che l’impatto di un distretto dell’innovazione non si limita a ricerca, tecnologia e industria ma può diventare un agente di sperimentazione anche per campi come quello del sistema carcerario che sono normalmente monopolio dello Stato.
  2. Rispetto ad altri progetti di innovazione sociale, quale è il valore aggiunto di Programma 2121?
    Innanzitutto, Programma 2121 dimostra che nel fare rigenerazione urbana, e soprattutto in zone di periferia, bisogna puntare anche sugli asset che hanno scarso o nessun valore finanziario, ma la cui valorizzazione contribuisce al successo del progetto complessivo. Inoltre, Programma 2121 a differenza di altri programmi di reinserimento lavorativo pone un forte accento sulla realizzazione di un idoneo sistema utile per favorire l’incontro domanda/offerta di lavoro, formazione su soft-skills e competenze tecniche.
  3. Quali risorse avete condiviso a favore di Programma 2121 e quali potrebbero essere altre utili allo sviluppo e crescita futura del progetto?
    PlusValue si è occupato della prima valutazione di impatto della fase pilota, conclusasi ad aprile 2019, che vedeva coinvolti 10 detenuti. Abbiamo gestito il processo di monitoraggio della fase pilota e l’aggregazione degli indicatori di misurazione di impatto, col fine ultimo di verificarne la replicabilità e l’ampliamento su larga scala. Per un approfondimento del lavoro da noi svolto in quella fase si rimanda al libro “Programma 2121. La via italiana per l’innovazione sociale” Egea. Inoltre, abbiamo condotto uno studio di fattibilità commissionato dal Ministero della Giustizia italiano e della Banca Europea degli Investimenti (BEI) per approfondire lo studio di un modello di sostenibilità (incluso il modello finanziario) adeguato al bisogno sociale. Il nuovo strumento finanziario su cui lo studio si è concentrato sono i Social Outcome Contract (SOC) o Social Impact Bond (SIB), un’innovazione nell’ambito del public procurement, e rispetto ai contratti d’appalto tradizionali, per il modello organizzativo e finanziario che realizza gli obiettivi della Pubblica Amministrazione anche attraverso il coinvolgimento di investitori privati, il finanziamento di soluzioni innovative e il pagamento per i risultati raggiunti. In altre parole, i SOC sono sostanzialmente delle gare di evidenza pubblica mediante le quali la Pubblica Amministrazione non compra servizi ma risultati, condivisi preventivamente tra le parti, definiti puntualmente e misurati attraverso indicatori di performance, e dove gli investitori mettono a disposizione il capitale di rischio iniziale. Con questo modello l’ambizione è di raggiungere circa 4.500 detenuti che potranno entrare nel mercato del lavoro con beneficio di tutti. In termini più generali, per PlusValue questa sfida significa sviluppare un nuovo modello di giustizia che, grazie alla collaborazione pubblico-privato e ad un impiego efficace di strumenti finanziari e digitali, permetta a tutti coloro che vogliono una seconda opportunità nella vita di farlo attraverso il lavoro.