Maurizio Ferruccio Del Conte
- Quali sono le ragioni che vi hanno portato a sottoscrivere il Protocollo d’intesa Programma 2121?
AFOL Metropolitana ha sottoscritto il Protocollo d’intesa Programma 2121 in quanto particolarmente in linea con la sua vision e con il suo mandato di soggetto pubblico consortile attivo nella formazione, nell’orientamento e nel lavoro per tutti i cittadini e in particolare quelli che, come le persone detenute in art. 21 O.P., siano in stato di maggiore vulnerabilità e abbiano bisogno di servizi integrati tra loro per il rafforzamento di sé e delle proprie competenze per il reinserimento nella società.
- Rispetto ad altre partnership di innovazione sociale, quale è il valore aggiunto di Programma 2121?
Il valore aggiunto di Programma 2121 per noi di AFOL Metropolitana risiede nell’integrazione tra diverse azioni, che è anche la dimensione in cui lavora AFOL Metropolitana integrando diversi servizi per la formazione, l’orientamento e il lavoro. In Programma 2121 in particolare è fondamentale la formazione, con i tirocini e unitamente alle azioni di monitoraggio.
- Quali risorse avete condiviso a favore di Programma 2121 e quali potrebbero essere altre utili allo sviluppo e crescita futura del progetto?
A favore di Programma 2121 come AFOL Metropolitana abbiamo attivato le nostre competenze della formazione professionale. Crediamo infatti che per le persone detenute in art. 21 O.P. la più importante azione di politica attiva del lavoro sia la formazione, sia per colmare gap di competenze tecniche sia per riattivare la persona a livello di comportamenti e di competenze sociali e trasversali, in vista di esperienze di inclusione e di un effettivo reinserimento nella società.
Antonella Pellegatta
- Quali sono le ragioni che vi hanno portato a sottoscrivere il Protocollo d’intesa Programma 2121?
L’adesione al Programma 2121 è stata per Arexpo una scelta che definirei ‘naturale’. Quando ci fu proposto non esitammo un attimo, ci sembrò subito evidente che nella stessa natura di una società con una presenza predominante nel capitale delle istituzioni nazionali e locali ci fosse una vocazione sociale che in questo progetto si manifestava chiaramente. Inoltre, la stessa eredità di Expo 2015 che Arexpo rappresenta portava in questa direzione, nel corso dell’Esposizione infatti ci furono accordi con gli istituti di pena del territorio per impiegare cento detenuti nello svolgimento dell’evento. - Rispetto ad altre partnership di innovazione sociale, quale è il valore aggiunto di Programma 2121?
La particolarità del Programma 2121 è di offrire una reale occasione professionale a chi ne usufruisce. Non c’è una distinzione di status tra chi lavora in Arexpo in virtù di questo programma e chi arriva da noi attraverso i canali consueti. Questo rappresenta la migliore realizzazione della finalità indicata dall’articolo 27 della Costituzione per cui ‘la pena deve tendere alla rieducazione del condannato’ e il lavoro è certamente la via migliore per arrivare a questo risultato. - Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?
Credo che Arexpo, insieme a tutti i partner di MIND ed ai propri fornitori che hanno aderito al Programma, abbia offerto un ambiente di lavoro capace di accogliere e motivare le persone senza discriminazioni o pregiudizi. Da parte nostra abbiamo sicuramente ricevuto molto, abbiamo capito che persone che in passato hanno compiuto errori possono fare parte di una comunità e dare un contributo che non è solo professionale ma anche umano. Penso che questa esperienza sia stata positiva su entrambi i fronti coinvolti.
Sandra Bianco
- Come nasce la vostra partecipazione a Programma 2121?
La partecipazione di CBRE al Programma 2121 nasce grazie al grande impegno CSR dell’azienda che, tra i vari programmi sostenuti e le iniziative messe in atto, ha accolto di buon grado la proposta di Lendlease a partecipare e mettersi in gioco
- Rispetto alle aspettative iniziali, quale è stato il ritorno reale e il valore che avete avuto grazie alla partecipazione?
L’inclusione di persone detenute nel team ha portato a una maggiore diversità di competenze; infatti, al netto di un processo di selezione lungo ed impegnativo, siamo riusciti ad identificare un profilo con competenze da consulente che ha garantito un valore aggiunto al team contribuendo alla crescita generale del dipartimento in cui è stato inserito il nuovo collega.
- Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?
Lo scambio che si instaura tra l’azienda ed il detenuto va sicuramente oltre il semplice rapporto datore di lavoro-dipendente. L’impatto positivo sulla società e sulle vite delle persone coinvolte emerge in maniera evidente durante il percorso ma l’impatto umano ed empatico sui colleghi vicini alla risorsa individuata è sicuramente quello che più ci ha colpito. Con un grande lavoro di preparazione e formazione dei colleghi svolto dal People team e dal manager della risorsa siamo riusciti a far maturare un rapporto costruttivo e supportivo che riteniamo sia alla base del successo di questa iniziativa.
Anita Novelli
- Come nasce la vostra partecipazione a Programma 2121?
Il percorso di C.M.B. all’interno di Programma 2121 inizia nel 2018 rispondendo alla clausola di sostenibilità sociale inserita da Lendlease nella gara d’appalto per la costruzione dell’edificio «Spark One», localizzato a Rogoredo, Milano. La chiave per l’adesione al progetto da parte di C.M.B., è stata indubbiamente la percezione, fin da subito, di un programma innovativo e vincente per reintegrare nella società le persone soggette a pena detentiva. L’idea di poter valorizzare in prima persona l’inclusione sociale attraverso l’inserimento lavorativo ha convinto quindi C.M.B. ad aderire al Programma 2121,attivando tirocini direttamente nel proprio organico di commessa e facendosi poi a sua volta promotrice di tale iniziativa verso i propri subappaltatori. - Rispetto alle aspettative iniziali, quale è stato il ritorno reale e il valore che avete avuto grazie alla partecipazione?
La partecipazione al Programma 2121 non solo ha arricchito la forza lavoro di C.M.B., ma ha anche contribuito ad un aumento del senso di responsabilità sociale. L'azienda ha scelto di accogliere persone desiderose di riscatto e di dimostrare le proprie capacità lavorative, andando oltre le reticenze comuni verso l'integrazione dei detenuti nel contesto professionale. Valorizzare l'inclusione sociale è diventato un impegno fondamentale per C.M.B., per creare un ambiente di lavoro stimolante, rispettoso e basato su principi di correttezza, libertà e dignità nelle relazioni professionali, eliminando qualsiasi forma di discriminazione. - Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?
L’esperienza vissuta in questi anni è stata indubbiamente un’occasione di riflessione e confronto che ha favorito una reale inclusione. È stato per C.M.B. un importante momento di consapevolezza della realtà del sistema penitenziario nonché del percorso di crescita che questi ragazzi hanno effettuato negli anni di reclusione. Aver potuto contribuire giornalmente ad un’inversione della routine carceraria permettendo loro di reinserirsi all’interno di un contesto famigliare quale quello di uno staff di cantiere è stato senza dubbio uno scambio senza eguali.
Camilla Carraro
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Come nasce la vostra partecipazione a Programma 2121?
La decisione di aderire è stata motivata dalla nostra convinzione che tutti meritino una seconda possibilità e che il mondo del lavoro possa essere un potente strumento di trasformazione e reintegrazione sociale. Abbiamo appreso di questo programma attraverso il nostro prezioso partner, Lendlease, con il quale condividiamo una visione comune di responsabilità sociale e impegno per il cambiamento positivo nella società. Vediamo il Programma 2121 come un'opportunità tangibile per mettere in pratica i nostri valori aziendali e contribuire attivamente a un futuro migliore per tutti.
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Rispetto alle aspettative iniziali, qual è stato il ritorno reale e il valore che avete avuto grazie alla partecipazione?
Il ritorno che abbiamo ottenuto dalla nostra partecipazione al Programma 2121 è stato positivo. Oltre alla soddisfazione di essere parte di un'iniziativa così importante dal punto di vista sociale, abbiamo constatato un impatto tangibile sulle vite dei partecipanti e sulla cultura aziendale nel suo complesso. Attraverso il programma, abbiamo avuto l'opportunità di accogliere persone motivate e desiderose di imparare, che hanno portato con sé un'energia positiva e una determinazione che ha ispirato tutti noi. Questo ha contribuito a creare un ambiente di lavoro più inclusivo, diversificato e stimolante, migliorando la collaborazione e la produttività complessiva del team.
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Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?
Oltre alla formazione professionale offerta nel contesto del Programma 2121, abbiamo avuto il privilegio di dare e ricevere molto di più. Abbiamo cercato di dare al meglio il nostro supporto ai partecipanti in un ambiente di lavoro accogliente dove poter crescere e svilupparsi, supportandoli nel loro percorso di e reintegrazione sociale. In cambio, abbiamo ricevuto un dono importante a livello umano, l’importanza di questo progetto ci ha insegnato la sensibilità della reintegrazione sociale, un tema che può sembrare scontato e che viene troppo spesso lasciato in penombra. Siamo grati per l'opportunità di aver potuto contribuire al loro percorso formativo.
Stefano Panseri
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Come nasce la vostra partecipazione a Programma 2121?
Il nostro percorso in Programma 2121 è iniziato nel 2020 con la sottoscrizione della clausola sociale inserita da lendlease nella gara d’appalto di demolizione della parte West Gate all’interno del sito MIND Milano Innovation District. Siamo stati spinti dalla volontà e dalla necessità morale di dare una possibilità di riscatto a chi nella vita non è riuscito ad affrontare difficoltà ed ostacoli che ha trovato nel suo cammino, per poter favorire un eventuale futuro re-integro del detenuto nella società attuale, attraverso, non solo la formazione professionale, ma anche grazie alla nascita di nuove relazioni sociali che vengono a crearsi grazie all’ambiente lavorativo.
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Rispetto alle aspettative iniziali, qual è stato il ritorno reale e il valore che avete avuto grazie alla partecipazione?
Il ritorno reale è stato molto superiore alle aspettative iniziali, perché abbiamo avuto la possibilità di sperimentare come per un detenuto il lavoro abbia un valore intrinseco enorme; valore che ha visto gli stessi detenuti utilizzare un’occupazione come mezzo di riscatto, per ritrovare in sé stessi un luogo dove poter far nascere nuove consapevolezze e dove la quotidianità e la normalità di una vita al di fuori del carcere non sembrano più così remoti.
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Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?
Tramite Programma 2121 abbiamo inserito nel nostro organico un tirocinante che ha svolto la mansione di operaio. Durante i mesi di tirocinio gli abbiamo fatto seguire un corso per addetto alla conduzione di escavatori idraulici, caricatori frontali e terne. A termine dell’esperienza positiva abbiamo rilasciato una lettera di referenza che è stata utile per arricchire il suo CV permettendogli di essere notato e selezionato da un’altra azienda afferente Programma 2121. Oltre agli aspetti professionali, riteniamo di aver dato una possibilità connotata da una normalità che difficilmente si ha in ambito carcerario. Inoltre, attraverso la designazione dei vari compiti, è stata data l’opportunità di una gestione indipendente del lavoro e di una partecipazione attiva nel contesto lavorativo. Da parte sua abbiamo ricevuto una bellissima dimostrazione di dedizione, di riconoscenza e di affiatamento, guidata da un forte spirito di appartenenza, di desiderio e di un accrescimento personale.
Chiara Pennasi
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Quali sono le ragioni che vi hanno portato a sottoscrivere il Protocollo d’intesa Programma 2121?
La presenza del terzo settore in un distretto d’innovazione è stata una scelta dei fondatori di Fondazione Triulza volta a garantire innovazione a impatto e inclusione sociale. MIND, laboratorio delle città del futuro, non deve escludere nessuno offrendo opportunità a tutti. Il programma 2121 è un grande strumento di inclusione con potenzialità di scala importanti, capace di impattare su una delle categorie più difficili da inserire nel mercato del lavoro.
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Rispetto ad altre partnership di innovazione sociale, quale è il valore aggiunto di Programma 2121?
Ce ne sono diversi. Innanzitutto la grande varietà di soggetti coinvolti e coinvolgibili in prospettiva; il confronto tra mondi diversi, seppur complesso, genera innovazione. Il secondo valore è la possibilità di sperimentare inserimenti in contesti di alta qualità (istituzioni, aziende tecnologiche, ricerca…) offrendo vere opportunità di lavoro e integrazione sociale. Il terzo è la possibilità di replicare la sperimentazione in altri contesti in Italia e nel mondo. Infine si tratta di un meccanismo di mercato e non assistenziale.
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Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?
Speriamo di aver dato contezza di cosa voglia dire stare in un ufficio, lavorare con colleghi e responsabili, con formazione on the job sull’uso di strumenti digitali base, su come gestire una riunione con un partner, sull’organizzazione di eventi e sul terzo settore. Abbiamo ricevuto consapevolezza e conferma che l’integrazione sociale non è mai un percorso netto, fatto di nero e bianco, ma che dominano le infinite sfumature dell’essere umano.
Nadia Boschi
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Quali sono le ragioni che vi hanno portato a facilitare un'iniziativa quale Programma 2121?
MIND nasce con la visione di creare un pezzo di città sostenibile, innovativa ed inclusiva. Una città integrata che comunica con il contesto e le comunità con cui si relaziona. Una di queste è rappresentata dal carcere modello di Bollate situato in adiacenza con il sito di MIND. Questo fatto, anche sulla scorta della nostra esperienza con il Ministero di Giustizia inglese per il progetto BeOnsite, ha creato le condizioni di un dialogo con la pubblica amministrazione che ha visto come primo interlocutore il Ministero della Giustizia Italiano. I primi passi sono stati fatti nel 2016 per arrivare alla sottoscrizione di un Protocollo di Intesa, chiamato appunto Programma 2121, nel settembre del 2018. Durante quei due anni si sono coinvolti tutti i soggetti pubblici e privati determinanti per l’operatività della shared value partnership. Ovvero si è lavorato alla stesura di un protocollo i cui contenuti e modalità applicative potessero essere sottoscritti dai vari soggetti ossia PRAP, DAP, ANPAL, Regione Lombardia, Comune di Milano, Città Metropolitana di Milano, Lendlease, Arexpo, PlusValue, Fondazione Triulza, Milano Santa Giulia. I due anni propedeutici sono stati molto impegnativi perché oltre ad allineare coloro che sono diventati sottoscrittori si sono messi a fuoco gli obbiettivi e le modalità per procedere considerando la diversità e i vincoli operativi dei vari soggetti.
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Rispetto ad altre partnership di innovazione sociale, quale è il valore aggiunto di Programma 2121?
Il progetto ha la particolarità di operare con tirocini retribuiti in ambienti non protetti. Questo progetto è un patto tra pubblico e privato che non ha precedenti in termini di numero e rilevanza dei sottoscrittori, aperto, collaborativo e soprattutto generativo di un modello di giustizia che non avrebbe potuto attuarsi senza la collaborazione di tutti gli attori coinvolti. I soggetti firmatari del Protocollo di Intesa che ha dato origine a questo progetto testimoniano il grande interesse manifestato dalle istituzioni pubbliche verso un’iniziativa fortemente supportata dal settore privato. I contributi dei vari sottoscrittori contenuti nel libro “Programma 2121 La via italiana per l’innovazione sociale ” edito da Egea rappresentano molto bene lo spessore dei principi generanti il modello: dalle radici costituzionali riprese dal testo del Giudice Giovanna Di Rosa alle ragioni della employability esplicitate nel testo della dott.ssa Annachiara Giorio. Il costrutto teorico su cui si fonda il modello è talmente forte da trasformare o meglio rifocalizzare il contesto culturale sul ruolo specifico della pena. A mio avviso sono queste basi che hanno fatto sì che Programma 2121 fosse riconosciuto dall’UNODC come best practice internazionale. Ovvero il modello ha superato alcune delle abituali criticità dei progetti di reinserimento, grazie alla promozione dell’ideale riabilitativo (Art. 27 della Costituzione) e grazie a una serie di caratteristiche innovative e differenzianti: la presenza di una realtà globale del mondo dell’impresa; la dimensione di partnership collaborativa multi-attore che unisce realtà tra loro istituzionalmente e strutturalmente differenti nel perseguimento di un obiettivo comune; l’approccio, basato sul tirocinio di reinserimento lavorativo finalizzato all’inclusione sociale, in grado di unire formazione ed esperienza lavorativa in vista di un effettivo e sostenibile reinserimento nella società attraverso il lavoro.
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Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?
Come partner strategici abbiamo sostenuto il progetto con l’inserimento di una clausola sociale nei nostri contratti di appalto e da subito inserito detenuti nei nostri team. I timori e le diffidenze iniziali, le paure, la preoccupazione e le domande di molti si sono trasformate rapidamente in normalità, in dialogo, in scambio e in alcuni casi in amicizia. Questo è stato possibile anche grazie al supporto formativo che il PRAP ha messo a disposizione con i suoi professionisti alle aziende ospitanti. Momenti in cui i dipendenti delle aziende ospitanti hanno potuto confrontarsi e capire come meglio relazionarsi al detenuto nuovo collega di lavoro. Il successo del progetto non solo sta nel risultato delle valutazioni di terza parte, che per due volte consecutive ci indicano un ritorno di 1: 4.5-5.6, ma anche nell’evoluzione qualitativa del progetto: da inserimenti in cantieri, a quelli in ufficio, da attività fatte in carcere ad attività fatte con i nostri tenant. Ma di grande soddisfazione a mio parere è vedere come in questi 7 anni il contesto culturale/sociale, almeno quello milanese, si sia evoluto sul tema della pena aprendosi al dialogo con mostre fotografiche che parlano del carcere, a studi universitari sulla struttura delle case circondariali, al dibattito sulla necessità di creare città sicure in cui la riduzione della recidiva è un tassello chiave e soprattutto al riconoscimento del lavoro come strumento centrale per il recupero della dignità di individuo all’interno della società.
Giulio Arnoldi
- Come nasce la vostra partecipazione a Programma 2121?
Il progetto ci è stato illustrato per la prima volta nel 2018 da CMB - Società cooperativa Muratori e Braccianti di Carpi - e, fin da subito, coinvolti dai valori nobili che il programma incarna, abbiamo deciso di accettare la sfida.
Grazie al supporto di Lendlease, che ci ha guidato durante tutto il percorso, abbiamo avuto la possibilità di conoscere alcuni detenuti che si sono distinti per merito e capacità e, dopo aver verificato le loro competenze, sono stati integrati nella nostra squadra.
L’esperienza positiva che stiamo vivendo e la convinzione nei valori che il Programma 2121 esprime, ci ha spinto a proseguire ed estendere il progetto coinvolgendo altri uomini e donne da inserire nel nostro team.
- Rispetto alle aspettative iniziali relative alla partecipazione al programma, quale è stato il ritorno reale e il valore che avete avuto?
Inizialmente pensavamo che l’inserimento di persone con questi trascorsi avrebbe potuto creare delle difficoltà all’interno di un'azienda come la nostra nei confronti del cliente, ma la problematica non si è minimamente verificata.
Il valore che abbiamo avuto, grazie alla partecipazione, è stato proprio nell’incontro della persona e nel proseguimento del rapporto di lavoro con l’acquisizione di una nuova figura, formata e qualificata.
Le persone incontrate si sono dimostrate, sia dal punto di vista personale che professionale, ottimi collaboratori e colleghi, tanto che con alcuni di loro la collaborazione si è trasformata in un contratto di lavoro a tempo pieno con la nostra azienda.
- Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio al di là della formazione professionale?
Abbiamo offerto non solo un ambiente professionale con opportunità di formazione, ma abbiamo anche dato a queste persone la possibilità di riscatto e di costruire un nuovo futuro al di fuori del carcere. Siamo sempre stati soddisfatti delle persone che abbiamo incontrato e del lavoro di qualità e attenzione svolto con disponibilità e tenacia. Abbiamo ricevuto dimostrazioni di gratitudine da parte delle persone coinvolte, evidenziate dalla loro vicinanza umana e dal loro impegno quotidiano nell'azienda.
Filippo Addarii
- Quali sono le ragioni che vi hanno portato a sottoscrivere il Protocollo d’intesa Programma 2121?
PlusValue è tra gli ideatori di Programma 2121. Abbiamo seguito il suo sviluppo dall’ideazione all’implementazione e ora siamo coinvolti nella scalabilità del progetto. Quando Lendlease partecipò alla procedura di gara per la concessione dell’area di MIND nel 2016, in quanto consulenti di Lendlease, aggiungemmo alla gara l’elemento di impatto sociale, proponendo un progetto di inclusione sociale lavorativa, che grazie al supporto di tutti i partner, è poi diventato “Programma 2121”. Oltre alla bontà dell’iniziativa in termini di impatto socio-economico per il paese, dimostravamo che la città del futuro deve essere inclusiva e che l’impatto di un distretto dell’innovazione non si limita a ricerca, tecnologia e industria ma può diventare un agente di sperimentazione anche per campi come quello del sistema carcerario che sono normalmente monopolio dello Stato. - Rispetto ad altri progetti di innovazione sociale, quale è il valore aggiunto di Programma 2121?
Innanzitutto, Programma 2121 dimostra che nel fare rigenerazione urbana, e soprattutto in zone di periferia, bisogna puntare anche sugli asset che hanno scarso o nessun valore finanziario, ma la cui valorizzazione contribuisce al successo del progetto complessivo. Inoltre, Programma 2121 a differenza di altri programmi di reinserimento lavorativo pone un forte accento sulla realizzazione di un idoneo sistema utile per favorire l’incontro domanda/offerta di lavoro, formazione su soft-skills e competenze tecniche. - Quali risorse avete condiviso a favore di Programma 2121 e quali potrebbero essere altre utili allo sviluppo e crescita futura del progetto?
PlusValue si è occupato della prima valutazione di impatto della fase pilota, conclusasi ad aprile 2019, che vedeva coinvolti 10 detenuti. Abbiamo gestito il processo di monitoraggio della fase pilota e l’aggregazione degli indicatori di misurazione di impatto, col fine ultimo di verificarne la replicabilità e l’ampliamento su larga scala. Per un approfondimento del lavoro da noi svolto in quella fase si rimanda al libro “Programma 2121. La via italiana per l’innovazione sociale” Egea. Inoltre, abbiamo condotto uno studio di fattibilità commissionato dal Ministero della Giustizia italiano e della Banca Europea degli Investimenti (BEI) per approfondire lo studio di un modello di sostenibilità (incluso il modello finanziario) adeguato al bisogno sociale. Il nuovo strumento finanziario su cui lo studio si è concentrato sono i Social Outcome Contract (SOC) o Social Impact Bond (SIB), un’innovazione nell’ambito del public procurement, e rispetto ai contratti d’appalto tradizionali, per il modello organizzativo e finanziario che realizza gli obiettivi della Pubblica Amministrazione anche attraverso il coinvolgimento di investitori privati, il finanziamento di soluzioni innovative e il pagamento per i risultati raggiunti. In altre parole, i SOC sono sostanzialmente delle gare di evidenza pubblica mediante le quali la Pubblica Amministrazione non compra servizi ma risultati, condivisi preventivamente tra le parti, definiti puntualmente e misurati attraverso indicatori di performance, e dove gli investitori mettono a disposizione il capitale di rischio iniziale. Con questo modello l’ambizione è di raggiungere circa 4.500 detenuti che potranno entrare nel mercato del lavoro con beneficio di tutti. In termini più generali, per PlusValue questa sfida significa sviluppare un nuovo modello di giustizia che, grazie alla collaborazione pubblico-privato e ad un impiego efficace di strumenti finanziari e digitali, permetta a tutti coloro che vogliono una seconda opportunità nella vita di farlo attraverso il lavoro.
Francesca Romana Valenzi
- Quali sono le ragioni che vi hanno portato a dare origine e a sottoscrivere il Protocollo d’intesa Programma 2121?
Le ragioni alla base della sottoscrizione e dell'origine del Protocollo d’intesa Programma 2121 possono essere esplicitate facendo riferimento ai princìpi fondanti dell’Ordinamento Penitenziario che vuole l’Amministrazione Penitenziaria impegnata nella predisposizione di opportunità tali da favorire percorsi di cambiamento nelle persone sottoposte a esecuzione penale intramuraria; tratali possibilità, specie nell’ambito della detenzione per adulti, l’elemento del lavoro – anche in ragione del suo ruolo di rilevanza costituzionale - riveste sicuramente importanza primaria, per le implicazioni che ne derivano in termini di responsabilizzazione, impegno, definizione di un proprio ruolo individuale, esercizio pieno del diritto di cittadinanza. Il protocollo infatti nasce dalla necessità di favorire la generazione di posti di lavoro per persone detenute ex articolo 21 dell'Ordinamento Penitenziario, cogliendo nel momento specifico la crescente richiesta di manodopera specie nel settore edile, che si trovava a fronteggiare una notevole carenza di personale.
La strategia delineata dal protocollo si fondava su due pilastri principali:
- la creazione di una rete di datori di lavoro robusta: aspetto cruciale per garantire la generazione continua e strutturata di richieste di personale, assicurando così opportunità lavorative regolari e sostenibili per le persone detenute.
- l'implementazione di un sistema collaborativo tra attori pubblici e privati con lo scopo di affiancare l'amministrazione penitenziaria, facilitando l'attivazione di procedure, la formazione professionale e l'inserimento lavorativo dei detenuti.
Il programma aveva ed ha l'obiettivo di andare oltre la semplice fase di tirocinio, proponendo percorsi di inserimento lavorativo che potessero concretizzarsi in impieghi stabili e duraturi. Sin dall’orgine è stata prevista la possibilità di estendere queste opportunità a persone detenute provenienti anche da altre regioni, con l'ambizione di raggiungere un numero significativo di inserimenti lavorativi, ipotizzando di arrivare fino a 300 posizioni lavorative annue.
In sostanza, le motivazioni per dare vita e aderire al Protocollo d'intesa Programma 2121 sono fortemente radicate nell'intento di offrire soluzioni concrete al problema della carenza di manodopera principalmente, ma non solo, nel settore edile, fornendo nel contempo percorsi di reinserimento lavorativo significativi e strutturati per le persone detenute, in modo da facilitare la loro transizione verso una reintegrazione sociale e lavorativa efficace e sostenibile.
- Rispetto ad altre partnership di innovazione sociale, quale è secondo lei il valore aggiunto di Programma 2121?
Il valore aggiunto del Programma 2121, rispetto ad altre partnership di innovazione sociale, risiede principalmente nella sua capacità di creare una rete collaborativa e sinergica di partner. I diversi collaboratori si occupano di gestire specifici segmenti del programma, garantendo l'efficacia e l'efficienza nell'attuazione dei percorsi trattamentali individualizzati. Inoltre, il Programma 2121 ha introdotto un modello innovativo che, pur non avendo ancora attivato percorsi diretti di assunzione presso datori di lavoro privati, ha comunque fornito solide opportunità di formazione professionale, in particolar modo nel settore edile. Una formazione altamente spendibile sul mercato del lavoro, aumentando significativamente le prospettive occupazionali dei partecipanti. In sostanza, il valore aggiunto si manifesta nell'abilità di unire diverse entità per lavorare insieme verso un obiettivo comune, creando opportunità concrete di reinserimento lavorativo e contribuendo alla riduzione del tasso di recidiva tramite l'impiego in un settore con alta domanda di manodopera qualificata.
- Programma 2121 è una Shared Value Partnership. Quali risorse avete condiviso a favore di Programma 2121 e quali potrebbero essere altre utili allo sviluppo e crescita futura del progetto?
Nel contesto del Programma 2121, una Shared Value Partnership, le risorse condivise sono state principalmente legate all'impegno e al lavoro del personale dell'Amministrazione Penitenziaria con un impegno spesso superiore alla media ma di non diretta visibilità per le procedure amministrative interne che hanno dovuto trovare un raccordo aggiuntivo con i numerosi attori. Questo ha incluso la progettazione, l'attuazione e il monitoraggio della partnership, focalizzandosi su soluzioni sostenibili per la selezione dei partecipanti e per l'ottimizzazione delle procedure relative all’accesso a benefici fiscali e contributivi nei confronti delle imprese che ne hanno fatto richiesta in questa progettualità.
Per potenziare ulteriormente lo sviluppo e la crescita futura del progetto, potrebbe essere utile:
- L’estensione della conoscenza degli incentivi. Ampliare la comunicazione relativa agli incentivi fiscali e contributivi, fornendo materiale digitale esplicativo, sensibilizzando le imprese ad assumere persone detenute oltre il periodo di tirocinio, incentivando così una maggiore stabilità occupazionale.
- La valorizzazione degli spazi dell'amministrazione penitenziaria. Utilizzare locali dell'amministrazione penitenziaria per organizzare eventi di sensibilizzazione, promuovendo la responsabilità sociale d'impresa e incentivando altre realtà a creare opportunità di lavoro e a valutare assunzioni lavorative oltre il tirocinio.
- L’ ulteriore snellimento delle procedure. Progettare lo sviluppo di ulteriore snellimento dei meccanismi incentivanti, predisponendo sistemi di rilevazione di dati soprattutto per datori che fruiscono degli incentivi fiscali collegati alla formazione e che faticano a produrre dati utili per rendicontare il periodo di successiva assunzione che dovrebbe essere tre volte superiore al periodo di formazione secondo la normativa vigente.
Incorporando queste risorse aggiuntive, il Programma 2121 può non solo espandere la sua portata e impatto ma anche rafforzare la sua sostenibilità e successo a lungo termine, beneficiando sia i partecipanti che la società nel suo complesso.
Ennio Guzzonato
- Quali sono le ragioni che vi hanno portato a sottoscrivere il Protocollo d’intesa Programma 2121?
Siamo stati coinvolti nel programma attraverso una società nostra cliente e abbiamo deciso di intraprendere questa esperienza perchè interessati alle tematiche di cui si parla spesso relative all’inclusione sociale. Abbiamo ritenuto importante cercare di aiutare le persone a reinserirsi e integrarsi all’interno della società. Dare loro la possibilità di mettersi nuovamente in gioco e aiutarli a ritrovare dignità e indipendenza. - Rispetto ai dubbi iniziali relativi alla partecipazione al programma, quale è stato il ritorno reale e il valore che avete avuto grazie alla partecipazione?
Quando abbiamo sentito parlare del programma inizialmente sono sorti dei dubbi relativiall’inserimento nella nostra azienda di un detenuto. Dubbi che riguardavano il comportamento, la capacità di lavorare e collaborare all’interno di un gruppo. Grazie al supporto e alla formazione ricevuti dagli operatori del programma 2121, siamo riusciti a rendere l’esperienza un’opportunità di crescita lavorativa per entrambe le parti. Speriamo di aver contribuito allo sviluppo delle sue competenze e dell’autostima necessarie per il reinserimento nella società. Da parte nostra abbiamo rivalutato il valore umano di persone “invisibili” e marginalizzate. - Considerando la/le persona/e che avete incluso nel team, cosa avete dato e cosa avete ricevuto in cambio (al di là della formazione professionale)?
La nostra esperienza, si basa al momento su una sola persona per circa 6 mesi. Quello che speriamo di aver dato è un nuovo inizio fatto di fiducia e inclusione verso il mondo esterno. Speriamo di aver trasmesso, oltre ad una capacità lavorativa che lo possa aiutare anche in altri lavori ed esperienze, anche una maggiore fiducia per affrontare i problemi della vita. Abbiamo trovato una persona competente, disponibile, educata e collaborativa, che ci ha permesso di rivalutare la figura del detenuto, in quanto sono esseri umani che hanno una loro esperienza di vita. Hanno voglia di rimettersi in gioco e ricominciare a vivere.